Negli ultimi anni,dopo l’istituzione dell’aborto legalizzato, in Italia si è affacciato un metodo alternativo al tradizionale aborto chirurgico, ovvero la RU-486 detta anche “PILLOLA ABORTIVA”. Anche se non riconosciuta ufficialmente nel nostro paese,questa pillola sta avviandosi verso un processo di sperimentazione all’interno degli pedali di alcune regioni. L’utilizzo della RU-486, ha comportato molte isquisizioni tra chi vorrebbe la divulgazione e chi, invece, è reticente in quanto viene reputata un metodo abortivo contrario all’etica morale. La prima considerazione di cui si deve tener conto è che la RU-486 è uno dei tanti modi con cui è possibile UCCIDERE un bambino.
Molto spesso si può incombere nell’errore, anche a causa dell’iniqua LEGGE 194/1978 ( LEGGE SULL’ABORTO ), che affida il totale arbitrio dell’ipotetico nascituro alla decisione singola dell’adulto.
Un altro aspetto è che nel caso di fallimento del “TRATTAMENTO ABORTIVO” la donna andrà in contro a GRAVISSIMI RISCHI per se stessa e per il proprio figlio, perché quest’ultimo avrà assorbito un’ELEVATA dose di VELENO. Inoltre è importante tener conto che la figura della donna che assume la RU-486 è in prima linea, non solo sul fronte decisionale come nel caso dell’aborto chirurgico, ma detiene un rilievo anche effettivo , perché è LEI stessa che “DA LA MORTE” al proprio “PICCOLO”, mentre con il metodo chirurgico si ha l’ausilio del medico. L’applicazione dell’ RU-486 comporta un più facile metodo abortivo dal punto di vista applicativo e facilmente accessibile a tutti, anche alle più giovani, che incoscientemente, non valutano i rischi e le scelte che stanno per compiere.
La RU attiva un processo in cui, anche se ci fosse un RIPENSAMENTO, non si POTREBBE PIU’ ARRESTARE e dopo tre giorni il feto verrebbe espulso come UN RIFIUTO CORPOREO; esso visibile agli occhi della stessa donna causerà, nella maggior parte dei casi, un FORTE TRAUMA A LIVELLO PSICOLOGICO.
Con questo processo abortivo si vuole convincere la maggior parte delle persone che l’aborto sia una normalità, e tramite un semplice gesto come l’assunzione di una pillola, si vuole innescare una logica dove si associa alla normale routine esistenziale una decisione gravissime, quale è L’ABORTO.