SIGNORAGGIO BANCARIO

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giovedì 4 febbraio 2010

LE SOLITE BARZELLETTE DEL PDL

DOV' E' FINITA LA COERENZA?
La Regione Puglia con la legge regionale n° 30 del 4 dicembre 2009 ha sbarrato la porte al nucleare.
La legge, recante “Disposizioni in materia di energia nucleare” consta di un solo articolo composto da tre semplici commi, e mira a preservare il territorio regionale da quelli che la Puglia ritiene essere i pericoli derivanti dalla presenza forzata di centrali nucleari contro la volontà degli enti locali.
Il governo, su proposta del ministro dello Sviluppo economico, Claudio Scajola, ha deciso di impugnare dinanzi alla Corte costituzionale tale legge che impedisce di fatto l'installazione di impianti nucleari nel territorio regionale.
Il ministro Scajola ha spiegato che "l'impugnativa è necessaria per ragioni di diritto e di merito".
Non impugnare tali leggi avrebbe costituito un precedente pericoloso perché si potrebbe indurre le Regioni ad adottare altre decisioni negative sulla localizzazione di infrastrutture necessarie per il Paese".
"Nel merito", ha aggiunto Scajola, "il ritorno al nucleare è un punto fondamentale del programma del governo Berlusconi, indispensabile per garantire la sicurezza energetica, ridurre i costi dell'energia per le famiglie e per le imprese, combattere il cambiamento climatico riducendo le emissioni di gas serra secondo gli impegni presi in ambito europeo".
Scajola ha inoltre ricordato che "al prossimo Consiglio dei ministri del 10 febbraio ci sarà l'approvazione definitiva del decreto legislativo recante tra l'altro misure sulla definizione dei criteri per la localizzazione delle centrali nucleari".
Ma torniamo a quel 4 dicembre 2009, non fu anche il PDL a schierarsi a favore della proposta di legge contro il nucleare?
Ad onor del vero fu proprio PALESE ad auspicare che il testo sia mutuato da altre regioni.
Non solo, anche la Provincia di Lecce con deliberazione del Consiglio Provinciale del 27 novembre 2009, ha approvato una mozione per manifestare la propria contrarietà all’eventuale insediamento di un sito nucleare sul territorio.
Premettendo che la Puglia produce un surplus pari all' 80% rispetto al suo fabbisogno e che la storica vocazione turistica e agricola del territorio verrebbe gravemente compromessa da una centrale o da un sito di stoccaggio di scorie nucleari con pregiudizio per la già fragile economia derivante dall’agricoltura di qualità e dalla filiera agroalimentare dei prodotti mediterranei, NON SI CAPISCE COME MAI MENTRE E' PROPRIO IL PDL REGIONALE E LECCESE A GRIDARE IN NO AL NUCLEARE IL GOVERNO SI SCAGLIA CONTRO TALE DECISIONE.

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