SIGNORAGGIO BANCARIO

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mercoledì 22 settembre 2010

Arrestato l'assessore regionale alla Sanità dell'Abruzzo, due senatori indagati per corruzione: TUTTI DEL PDL


Due onorevoli del Pdl iscritti nel registro degli indagati della Procura di Pescara. I senatori Paolo Tancredi e Fabrizio Di Stefano risulterebbero coinvolti nell'inchiesta che ha portato all'arresto dell'assessore alla Sanità della Regione Abruzzo, Lamberto Venturoni (Pdl), e dell'imprenditore Rodolfo Valentino Di Zio, proprietario della Deco, azienda del settore rifiuti.
CONTRIBUTI ELETTORALI - I senatori Tancredi e Di Stefano (vice coordinatore abruzzese) sarebbero indagati per corruzione. Secondo i Pm avrebbero chiesto e ottenuto dall'imprenditore Di Zio il versamento di , poi eletti il 6 giugno 2009, di Teramo, Maurizio Brucchi, e Pescara, Luigi Albore Mascia, contributi elettorali versati una decina di giorni prima delle elezioni. Mentre la Deco, proprietaria dei locali della sede regionale del Pdl a Pescara non avrebbe fatto pagare per un certo periodo l'affitto. A ciò si aggiunge che Fabrizio Di Stefano avrebbe chiesto e ricevuto da Rodolfo Di Zio «20 mila euro», con due bonifici distinti «accreditati in Napoli il 29 maggio e il 3 giugno 2009, al candidato al parlamento Europeo Crescenzio Rivellini, che ne girava 5 mila con proprio assegno a Di Stefano». Questo assegno risulta incassato da Di Stefano «in Chieti il 4 giugno 2009, su proprio conto corrente».
TERMOVALORIZZATORE - L'inchiesta ruoterebbe intorno al progetto di un impianto di bioessiccazione di rifiuti Tmb in località Carapollo da realizzare sui terreni della società pubblica di gestione dei rifiuti a Teramo, la Team. Secondo l'accusa Di Zio - in un periodo che va dal 2006 al 2009 - per realizzare senza gara di appalto il termovalorizzatore, avrebbe elargito denaro. Mentre l'assessore Venturoni avrebbe messo a disposizione la Team per riuscire nel progetto. L'inchiesta, si apprende a palazzo di giustizia è basata su intercettazioni dalle quali con acquisizioni mirate si è arrivati al sequestro di documenti e prove documentali. Venturoni, all'epoca dei fatti, era presidente della Team dalla quale si è dimesso nel novembre 2009. Undici mesi dopo essere stato nominato assessore alla sanità della neo Giunta Chiodi. L'assessore regionale è accusato di «appropriazione di risorse pubbliche, concretanti peculato, tutte funzionali al congegnato e sistematico piano di svuotamento per successiva acquisizione della Deco, delle utilità patrimoniali appartenenti alla Team, con lo scopo ultimo di far ottenere alla predetta azienda privata, senza il ricordo al metodo dell'appalto pubblico», «la costruzione e la gestione di un impianto di bioessiccazione di rifiuti a Teramo».
TENTACOLI MILANESI - Nell'inchiesta è citata anche la Ecodeco di Milano, alla quale sia Venturoni sia Di Zio avrebbero offerto, in cambio della cessione gratuita della tecnologia per l'impianto teramano, di essere «ammessa a partecipare della realizzazione di un impianto di incenerimento di rifiuti in Abruzzo», con l'affidamento diretto dell'appalto «ad una società a cui avrebbero partecipato tanto i Di Zio quanto la Ecodeco».
DUE ANNI DI INDAGINI - Le indagini sono durate circa due anni. Secondo gli inquirenti si tratta di una delle più grosse indagini mai fatte in materia sul territorio nazionale e certamente la più importante condotta dalla Procura di Pescara in merito ai rifiuti. Gli indagati stavano cercando di realizzare un inceneritore in Abruzzo. Gli arresti sono parte dell'inchiesta madre dalla quale è stato stralciato il provvedimento che nello scorso agosto mise agli arresti domiciliari l'ex assessore all'Ambiente della regione, Daniela Stati. Fonti della Procura hanno confermato che il numero complessivo degli indagati è di 10 persone a cui si aggiungono i due arrestati.


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